Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



La rivista del Movimento Hare Krishna
RITORNO A KRISHNA

Fondata nel 1944


FONDATORE (sotto la direzione di Sua Divina Grazia Sri Srimad Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada) Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

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NOMI SPIRITUALI: I membri dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito dal suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.

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© Bhaktivedanta Book Trust – Tutti i diritti riservati – Ritorno a Krsna – Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Milano N° 199 del 13/3/1989- Vol. 13 N. 3, MAGGIO-GIUGNO 2001
Fotolito: Scriba, FI.
Stampa: Zincografica Fiorentina, Pontassieve, FI.


Lezione del Fondatore
New York, 26 dicembre 1966



LE CREDENZIALI DI UN AVATARA

Se sappiamo dove guardare, possiamo scoprire chi è un’autentica incarnazione del Signore e chi no.
Di Sua Divina Grazie A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore Acarya dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna


sarvajna munira vakya –
sastra ‘paramana’
ama-saba jivera haya sastra
-svara ‘jnana’

“Le Scritture vediche, composte dall’onnisciente Mahamuni Vyasadeva, sono la prova di ogni esistenza spirituale. Soltanto attraverso queste Scritture rivelate tutte le anime condizionate possono raggiungere la conoscenza.”
-Caitanya-caritamrta (Madhya-lila 20.353)

Dovremmo sempre pensare che siamo coperti dall’ignoranza. Stiamo solo cercando di progredire dall’ignoranza alla virtù e poi alla trascendenza. Questo è il processo della realizzazione spirituale. Nessuno dovrebbe pensare di essere perfetto. Non possiamo essere perfetti. Solo Dio è perfetto e tutti noi siamo imperfetti. Perfino nello stato cosiddetto liberato siamo ancora imperfetti. Dobbiamo quindi prendere rifugio nell’autorità perché siamo costituzionalmente imperfetti. Il Signore Caitanya dice: ama-saba jivera haya sastra-dvara ‘jnana’. Per una vera conoscenza dobbiamo consultare le scritture, gli sastra. Sadhu-sastra-guru. Sadhu indica una persona pia, religiosa ed onesta. Colui il cui carattere è perfetto, è chiamato un sadhu. Sastra significa scritture e guru significa maestro spirituale. Questi tre elementi sono allo stesso livello. Perché fanno riferimento alle scritture. Il guru è ritenuto liberato perché segue le scritture. Il sadhu è ritenuto onesto e santo perché segue le scritture. Nessuno può divenire un sadhu senza accettare i principi delle scritture. Nessuno può essere accettato come guru o maestro spirituale se non segue i principi delle scritture. Questo è il criterio da usare

tad-vijnanarham sa gurum evabhigacchet
samit-panih srotriyam brahma-nistham

“Per apprendere la trascendenza, si deve avvicinare un maestro spirituale. Così facendo, si alimenterà il fuoco del sacrificio. Ciò che distingue un maestro spirituale è la sua capacità di comprendere le conclusioni vediche e di essere quindi costantemente impegnato nel servizio della Suprema Personalità di Dio.” (Mundaka Upanisad 1.2.12) Srotriyam significa che colui che ha accettato come guida la letteratura vedica, gli sastra, può essere un guru. Uno stravagante ed improvvisato uomo di successo che fa seguaci enunciando principi religiosi propri non può divenire un guru.


IL GURU E’ NECESSARIO

Il Signore Caitanya risponde alla domanda di Sanatana Gosvami su come riconoscere un avatara. Caitanya Mahaprabhu afferma che bisogna servirsi degli sastra sotto la direzione del guru. Abbiamo bisogno dell’aiuto di un guru per capire le scritture. Talvolta troviamo delle contraddizioni nelle scritture. Non c’è nessuna contraddizione, ma a causa della mia scarsa conoscenza potrei pensare che ve ne siano. Io non sono in grado di capire da solo. Perciò è necessaria la guida di un guru, di un maestro spirituale.
Il Signore Caitanya dice che attraverso gli sastra dobbiamo capire se una persona è o no un’incarnazione. Non dovremmo accettare ciecamente una persona qualsiasi come un’incarnazione, perché, oggigiorno, vi sono innumerevoli “incarnazioni”
Nel verso seguente il Signore Caitanya dice:

avatara nahi kahe – ami avatara
muni saba jani kare laksana-vicara

“Una vera incarnazione di Dio non dice mai “Io sono un’incarnazione di Dio”. “Io sono un’incarnazione di Dio”. Il grande Vyasadeva, la cui conoscenza è perfetta, ha già annotato negli sastra le caratteristiche degli avatara. Un’incarnazione non dice mai: “Io sono un’incarnazione di Dio.” Ho letto un libro su un grande “avatara” in India. Egli chiedeva a tutti i suoi studenti: “Ora mi accettate come un’incarnazione? Ora mi accettate come un’incarnazione?” Forse conoscete già questa storia. Il discepolo rispondeva: “No.” Poi dopo un po’ di tempo, il discepolo diceva: “Si, ti accetto.”
Questo non è un avatara. Qui Caitanya Mahaprabhu afferma che un avatara non va dicendo; Io sono un avatara.” Un guru non si comporta così. Un sadhu non si comporta così. Essi sono accettati automaticamente, per e loro qualità.”
Muni saba jani kare laksana-vicara. I muni, coloro che sono dei pensatori e sono veramente in linea con la successione disciplina, sanno riconoscere i sintomi e dichiarano specificatamente: “Si, ecco un avatara.” Quali sono i sintomi di un avatara? Prima di tutto ci sono riferimenti negli sastra, nelle scritture, che in quel preciso tempo proprio quella personalità apparirà e sarà un’incarnazione di Dio. Perfino il nome di suo padre e il luogo di nascita – tutto è scritto nelle scritture. Ora dobbiamo capire il significato di laksana. Le scritture dicono che si comporterà in un certo modo, che apparirà in un certo modo e così via. Dobbiamo usare questi criteri per accertare se una persona è veramente un avatara. Il Signore Caitanya Mahaprabhu non disse mai: “Io sono un avatara”, ma più tardi grandi saggi e grandi filosofi osservando i Suoi sintomi e le Sue caratteristiche decretarono che Egli era un avatara.
Sanatana gosvami cerca di far affermare al Signore Caitanya di essere un avatara. L’avatara di Krsna per questa età, il Kali-yuga, è descritto nello Srimad-Bhagavatam (11.5.32): krsna-varnam tvisakrnam sangopangastra parsada,. Egli è Krsna, ma diversamente da Krsna la Sua carnagione “non è nera”, akrsna, ed è sempre accompagnato da intimi associati.
Yajnaih sankirtana-prayair yajanti hi su-medhasah.Le persone intelligenti Lo adoreranno con la pratica del sankirtana, il canto congregazionale dei nomi di Dio.
Su-medhasah si riferisce alle persone che hanno un buon cervello, non agli sciocchi. Esse possono capire; “Oh, ecco l’avatara per questa era.” L’apparizione del Signore Caitanya è descritta nello Srimad-Bhagavatam, nel Mahabharata, nelle Upanisad, nei Purana. Ci sono molte spiegazioni dei Suoi sintomi, tuttavia molti sciocchi non Lo accettano ancora.
Che si accetti o no, le Sue opere, le Sue attività, le Sue caratteristiche saranno riconosciute, perché Dio sarà riconosciuto. Prendete, per esempio, il Signore Buddha. Nello Srimad-Bhagavatam è accettato come un’incarnazione. Il Buddismo fu patrocinato dall’imperatore Ashoka.
Pertanto il Buddismo si diffuse in tutto l’estremo oriente, inclusa l’India e praticamente tutti diventarono buddisti. Più tardi Sankaracarya eliminò il Buddismo dall’India.
La differenza fra Buddismo e Induismo è che il Signore Buddha non accettava l’autorità dei Veda. Secondo la cultura vedica se uno non accetta l’autorità dei Veda, non è un’autorità. In India ci sono differenti scuole filosofiche. Principalmente ci sono due scuole: i filosofi Mayavadi e i filosofi Vaisnava o gli impersona listi e i personalisti.
I filosofi Mayavadi dicono che Dio, la Suprema Verità Assoluta, è impersonale. I filosofi Mayavadi dicono che, in ultima analisi, la Verità Assoluta è una persona ed Essa è la Suprema Personalità di Dio, Krsna. Drsnas tu bhagavan svayam.
Questa è la piccola differenza fra le due scuole. Essi si sono irrigiditi sulle loro posizioni e si combattono con argomentazioni filosofiche. Questo sta andando avanti da molto tempo, ma ambedue appartengono al sanatana dharma indù, perché entrambe trattano della filosofia del Vedanta. Possono dare interpretazioni diverse, ma non dicono: “Noi non accettiamo il Vedanta.” Se lo fanno, allora quello che dicono sarà rifiutato immediatamente. Si deve dare un’interpretazione della filosofia vedanta per essere accettati come un acarya, o autorità spirituale. Colui che è capace di spiegare i tre libri – la filosofia vedanta, la Bhagavad-gita e lo Srimad-Bhagavatam – sarà accettato come un acarya. Questi sono i principi.
Gli impersonalisti accettano anche il principio dell’avatara. Essi accettano Krsna. Sankaracarya accettava Krsna: su bhagavan svayam krsna. Per indicare specificatamente Krsna Lo chiamava devaki-vasudeva jatah: Krsna che apparve come il figlio di Devaki e Vasudeva. Quel Krsna


LA PREGHIERA DI SANKARACARYA

Sankaracarya ha composto una bella preghiera su Krsna. Gli attuali seguaci di Sankaracarya non possono negare che sia stata composta da Sankaracarya. E’ molto famosa.

bhaja govindam bhaja govindam
bhaja govindam mudha mate
samprapte sannihite kale
na hi n ahi raksati dukrn-karane

Sankaracarya ha composto molte preghiere su Krsna, specialmente sui Suoi passatempi a Vrndavana. Egli ha adorato Krsna in molti modi e questa fu la sua ultima composizione poetica: Bhaja govindam bhaja govindam bhaja govindam mudha mate. Mudha mate significa “voi sciocchi”. Si rivolgeva a tutto il mondo; “Voi sciocchi” Bhaja govindam: “Basta diventare devoti di Krsna. Basta diventare coscienti di Krsna.”Samprapte sannihite kale na hi na hi raksati dukrn-ka-rane: “Voi state filosofeggiando. Discutete sempre di questioni grammaticali.”
Con forzature grammaticali si cerca di trovare le basi dell’impersonalismo nella Bhagavad-gita. Così grande è la loro stupidità. Vogliono comprendere Dio attraverso la grammatica, come se Dio fosse di così poco valore da poter essere compreso attraverso la grammatica. Perciò Sankaracarya affermava, samprapte sannihite kale: “Quando verrà la morte, la vostra grammatica non potrà salvarvi. Voi sciocchi. per favore divenite coscienti di Krsna.” Questo è stato l’insegnamento di Sankaracarya, che in particolare ha citato la Bhagavad-gita e l’acqua del Gange: “L’acqua del Gange e lo studio della Bhagavad-gita vi salveranno da molte situazioni pericolose.”
Perciò, poiché Ksna ha le caratteristiche di bhagavan, Dio perfino il cosiddetto impersonalista Sankaracarya Lo accettava come tale.
Molti atri non accettano Krsna. L’autorità spirituale Sri Yamunacarya scrisse una composizione poetica su queste persone.
Sri Yamunacarya, un grande devoto, è considerato il maestro spirituale di Ramanujacarya. Egli fu un grande re e più tardi divenne un grande devoto. Nella Ramanuja-sampradaya ci sono dodici grandi autorità ed egli è una di loro. Ha scritto una composizione in versi molto bella sui demoni atei nel suo Alavandaru. Nella letteratura vedica coloro che sono atei vengono chiamati demoni, raksasa. L’ateo Ravana, per esempio, era molto erudito nella filosofia vedica. Era ricchissimo. Eccelleva in ogni aspetto – nell’educazione, nell’opulenza nella potenza. Il suo unico difetto era di essere un ateo. Pertanto viene chiamato raksasa, asura. L’unico difetto di tutti gli asura, demoni, citati negli sastra è che sono atei. Sotto tutti gli altri aspetti sono molto importanti. Nella bhagavad-gita Sri Krna descrive gli asura:

na mam duskrtino muda
prapadyante naradhamah
mayayapahrta-jnana
asuram bhavam asritah

“Gli stolti, gli ultimi fra gli uomini, coloro la cui cono scienza è stata rubata dall’illusione e coloro che hanno una natura atea e demoniaca sono tutti miscredenti e non si arrendono a Me.”
Non appena uno diventa ateo-oh, è molto difficile convincerlo. Perciò la nostra predica dovrebbe evitare gli atei. Naturalmente, se ci comportiamo così, allora non possiamo trovare i testi. La realtà di oggi è che il 99,9% delle persone sono atee. Perciò dobbiamo correre il rischio di parlare anche con gli atei. In generale però è prescritto che coloro che predicano non dovrebbero parlare agli atei, perché essi sanno solo sollevare delle argomentazioni. Stanno solo discutere per farti perdere tempo. Questo è tutto. Per quanto tu ti dia da fare a convincerli ragionando e discutendo, essi non accetteranno mai.


DISCUTENDO CON GLI ATEI

Questa è la composizione in versi di Yamunacarya, che si dice sia stata scritta circa mille anni fa. Egli dice:

tvam sila-rupa-caritaih parama-
prakrstaih sattvena sattvikataya
prabalais casastraih prakhyata-
daiva-paramartha-vidammatais
ca naivasura – prakrtayah
prabhavanti boddhum

“Mio caro Signore, devoti come Vyasadeva e Narada sanno che Tu sei la Suprema Personalità di Dio. Con la comprensione di diverse scritture vediche, si può arrivare a conoscere le Tue caratteristiche, la Tua forma e le Tue attività e comprendere così che Tu sei la Suprema Personalità di Dio. Coloro però che sono soggetti all’influenza della passione e dell’ignoranza, i demoni, i non devoti, non possono comprenderTi. Essi sono incapaci di avere questa comprensione. Per quanto questi non devoti siano esperti nel discutere il Vedanta e le Upanisad e le altre scritture vediche, per loro è impossibile comprendere la Personalità di Dio.”
Ci sono differenti tipi di autorità. Gli sastra, scritture autorizzate costituiscono il primo tipo. In esse si trovano le descrizioni di ciascun avatara – le sue caratteristiche e la sua missione. Prabalais ca sastrair. Prabala significa: “molto potente,” La filosofia del Vedanta è molto potente. La Bhagavad-gita è molto potente. Lo Srimad-Bhagavatam è molto potente. Perciò noi facciamo riferimento a questi potenti sastra. Non solo questo – prakhyata- daiva-paramartha-vidam mattais ca. Noi citiamo le opinioni di grandi personalità. Prakhyata significa “molto famoso”
Vyasadeva per esempio. Chi è più famoso di Vyasadeva? Ha compilato tutta la lettura vedica. E Narada, il grandissimo rsi. Il saggio. E Asita, personalità. In particolare queste dodici: Brahma, Narada, il Signore Siva, i Kumara, Manu, Kapila, Janaka, Prahlada, Bhisma, Bali, Sukadeva e Yamaraja.
Queste sono autorità, Per questo Sri Yamunacarya scrive che anche dopo aver ascoltato le affermazioni delle scritture autorizzate, che sono accettate da grandi personalità, saggi e muni, gli atei continueranno a non accettare Dio.
Non L’accetteranno mai. Continueranno semplicemente a discutere. Il metodo vedico prevede che se qualcosa è citato nei veda e accettato dagli acarya precedenti, allora deve essere accettato. Questo è tutto. Non devo perdere tempo a fare ricerche. Questo è un metodo semplice.
Supponi che io sia il più grande degli stolti. Non ha importanza Posso essere stolto, ma se seguo gli acarya precedenti autorizzati, allora soni n regola. Un bambino può essere innocente, ma se prende per mano suo padre, allora è a posto. Può camminare. Può attraversare la strada. Il metodo vedico non prevede ricerche. Quali inutili ricerche potresti fare? Puoi fare ricerche su Dio? Questo tipo di ricerca non ha senso. La ricerca non trova spazio nella filosofia vedica. Devi solo accettare il principio d’autorità. Questo è tutto.
Yamunacaya dice: “Mio caro Signore, con la comprensione delle diverse letterature vediche, si può giungere a conoscere le Tue caratteristiche, la Tua forma e le Tue attività e può così capire che Tu sei la Suprema Personalità di Dio.” Il carattere di Krsna è stato reso noto da Bhisma.
Bhisma era il nonno di Arjuna. Per cui praticamente, per età, era il nonno di Krsna. Egli combatteva sul campo di battaglia, un grande guerriero. E’ chiamato pitamaha, nonno Bhisma. Il suo carattere era perfetto. Sebbene conducesse una vita da capofamiglia, era più elevato di un saggio o un santo.
La storia di Bhisma è che era il figlio del Gange. Il Gange era sua madre. Suo padre, Maharaja Santanu, dopo la morte della moglie voleva sposarsi nuovamente. A quel tempo Bhisma era adulto. Aveva circa vent’anni. Ma invece di far prendere moglie al figlio il padre era lui stesso molto desideroso di sposarsi. Così scelse una bellissima ragazza, ma essa apparteneva ad una famiglia di bassa casta. Gli ksatriya possono sposare ragazze di qualsiasi casta. Questa è la regola. Per essi non esistono i limiti del sistema delle caste.
La ragazza era la figlia di un pescatore. Maharaja Santanu voleva sposarla. Il padre di lei era molto astuto.
Il padre disse: “No, no. Non posso darti mia figlia. Tu sei vecchio. Tu hai un figlio. Pertanto non posso dartela.” Maharaja Santanu mercanteggiava.”
“No? Perché? Darò un palazzo a tua figlia. Potremo star bene per molti anni ancora.”
“No”, disse il padre della ragazza. “Posso darti mia figlia solo a patto che suo figlio diventi il re dopo la tua morte. Allora posso dartela.”
“Oh, non posso acconsentire perché mio figlio maggiore è in vita.”
Bhisma capì. “Mio padre vuole sposare quella ragazza, ma l’unico ostacolo è che il padre della ragazza pone come condizione che suo figlio dovrebbe diventare il re e mio padre sta rifiutando perché io dovrei essere il re.”
Bhisma avvicinò immediatamente il padre della ragazza.
“Quali sono le vostre condizioni, signore?”
“Queste sono le mie condizioni.”
“Va bene. Io non accetterò il regno di mio padre. Il figlio di tua figlia sarà il re. Io sono d’accordo.”
“Oh, no. Tu puoi essere d’accordo, ma tuo figlio reclamerà il trono, poiché ti aspetta, tu sei il principe.”
“Oh, pensi così? Allora non mi sposerò. Va bene?”
Bhisma promise: “Non mi sposerò mai, in tutta la vita, Va bene? Ora dai tua figlia in sposa a mio padre.”
Bhisma era così pio e severo. Era un brahmacari, celibe fin dalla nascita. Bhisma glorificò il carattere di Krsna durante il Rajasuya-yajna di Maharaja Yudhisthira. Il Rajasuya-yajna è un sacrificio celebrato dall’imperatore del mondo. Sono invitati tutti i principi del mondo che riconoscono colui che lo celebra come l’imperatore del mondo. Durante quel sacrificio, con tutti i principi presenti, fu proposto a Krsna di diventare il presidente dell’assemblea, sebbene fosse giovane. I principi Sisupala e Dantavakra però, che erano molto ostili a Krsna, obiettarono: “Oh, Krsna non può essere scelto. Ce ne sono molti altri.”
Allora Bhisma intervenne: “Nessuno qui presente possiede un carattere perfetto come Krsna. Quando Egli aveva sedici anni era circondato da ragazze, ma non aveva alcun desiderio sessuale. Io sono brahmacari dalla nascita, ma penso che non riuscirei ad essere così controllato come Krsna.”
Bhisma si espresse in questo modo. Questo è detto nel Mahabharata. Pertanto questo è il carattere di Krsna.
Sri Yamunacarya cita anche rupa, la forma. La forma del Signore Caitanya è detta tvisa akrsna: Egli non è di carnagione scura. Allo stesso modo è citato tutto ciò che riguarda gli avatara. Così Yamunacarya dice: “Il Tuo carattere, la Tua bellezza e le Tue meravigliose attività sono citate negli sastra. Tu sei accettato da grandi autorità, Nonostante ciò gli atei non Ti accetteranno mai.”
Vi ringrazio moltissimo.



UN SANTO MODERNO

Ricordando l’esempio cosciente di Krsna dato da Sriman Jayananda Dasa, un puro discepolo diun puro devoto.
Di Bhayahari Dasa

Il 16 gennaio del 1967 Srila Prabhupada parti in aereo da New York per inaugurare il primo tempio Hare Krsna a San Francisco. La notizia del suo arrivo era riportata dal notiziario del Canale Quattro e dai due giornali quotidiani. Mentre la notizia passò inosservata alla maggior parte degli abitanti di San Francisco, un giovane di nome Jim Kohr la notò. Nonostante si fosse laureato in ingegneria meccanica all’Università di Stato dell’Ohio, faceva il taxista nelle strade di San Francisco. Incapace di partecipare alla corsa al successo nella corporazione o nella classi alte, era spesso infelice senza saperne la ragione. Sebbene Jim non fosse una persona religiosa, l’articolo gli infuse un raggio di speranza. Decise di provare con lo Swami indiano. Senza saperlo, Jim stava facendo il primo passo verso il compimento del suo destino. Sebbene avesse da vivere soltanto per altri dieci anni in quel breve periodo avrebbe dimostrato come raggiungere il culmine che si può ottenere dopo vite di impegno spirituale. Se ne sarebbe andato lasciando molti insegnamenti preziosi che avrebbero ispirato ed istruito le presenti e future generazioni di Vaisnava, devoti del Signore. La sera seguente, Jim arrivò al tempio che trovò pieno di persone, per lo più hippy. Si distingueva per i suoi capelli corti, il suo aspetto pulito e i suoi abiti stirati e con i suoi 28 anni era più vecchio della maggior parte dei presenti. Le apprensioni di Jim però svanirono quando vide entrare lo Swami. Jim stette seduto durante tutta la lezione e comprò un set di tre volumi dello Srimad-Bhagavatam,su cui Srila Prabhupada fece l’autografo con la dedica: “A Sriman Jim Kohr.” Per la prima volta in molti anni. Jim si sentì sereno. Aveva appena incontrato il suo eterno maestro spirituale. Jim iniziò a frequentare il tempio con regolarità. A lui piaceva particolarmente il programma del mattino, quando la maggior parte degli hippy dormivano ancora. Qualche volta era l’unica persona presente alla lezione. Anni dopo rivelò che si fidava dello Swami ed era sicuro che lo Swami non lo avrebbe ingannato. Una volta quando aveva quattro anni, in chiesa Jim si alzo improvvisamente guardandosi intorno ansiosamente. Quando la nonna gli chiese cosa avesse, egli domandò: Dov’è Dio?” Ora sentiva che Srila Prabhupada stava rispondendo a questa antica domanda sepolta nel profondo della sua coscienza. Nel febbraio del 1967, Prabhupada accettò Jim come discepolo e lo iniziò col nome di Jayananda Dasa.
Dalle scritture Vaisnava, come la Madhurya-kadambini di Srila Visvanatha Cakravarti Thakura, apprendiamo che un’anima condizionata progredisce attraverso le fasi del sadhana-bhakti (pratica devozionale) prima di ottenere lo spontaneo amore per Dio. I nuovi bhakta (devoti) al tempio di San Francisco spesso lottavano con i loro pratiche spirituali quotidiane, con altri e bassi nella coscienza di Krsna. Sorprendentemente, nessuno ricorda Jayananda nel ruolo di un “nuovo devoto.” Si dedicò alla coscienza di Krsna con naturalezza e senza sforzo. Era attratto da tutti gli aspetti della coscienza di Krsna – cantare si grani, cantare nei kirtana, rispettare prasadam, adorare le divinità e così via. Spesso diceva: “La coscienza di Krsna è così dolce!”
Infatti Jayananda trovava la coscienza di Krsna così dolce che ben presto perse il gusto per qualsiasi altra cosa. Donò tutti i suoi risparmi a Prabhupada, che nella sua Prefazione al Nettare della devozione, lo ringraziò pubblicamente: “Chiedo di esprimere la mia gratitudine e il mio ringraziamento per il contributo dato dal mio amato discepolo Sriman Jayananda Brahmacari.”


PAGARE I CONTI

Jayananda si dedicò completamente alla pratica del servizio devozionali. Serviva costantemente il Signore comprando le provviste, cucinando prasadam , pulendo la cucina, portando fuori l’immondizia o insegnando ai nuovi devoti. Egli faceva tutto ciò dopo un0intera giornata di lavoro come taxista, con i cui proventi pagava i conti del tempio. Diventò esperto in tutto ciò che era necessario per diffondere la coscienza di Krsna, Usciva a vendere gli Insegnamenti del Signore Caitanya di Prabhupada, diventando un pioniere in un servizio caro al cuore di Prabhupada – la distribuzione al pubblico di libri rilegati sulla coscienza di Krsna.
Nel giorno dell’apparizione del Signore Caitanya, Srila Prabhupada fu molto felice di vedere che Jayananda spontaneamente eseguiva un kirtana nella strada fuori del tempio. Allora incoraggiato, Jayananda cominciò a cantare regolarmente nelle strade affollate insieme ad antri devoti, dando inizio ai gruppi di canto che presto si sarebbero diffusi in tutto il paese.
Sia i devoti sia gli altri si sentivano istintivamente attratti dalla purezza di Jayananda. Una volta, mentre offriva una ghirlanda a Srila Prabhupada, si scusò per i suoi abiti sporchi di grasso. Srila Prabhupada fece notare: “Non c’è assolutamente alcuna offesa, Voi (i miei discepoli) potete essere sporchi ma i vostri cuori sono puri.”
Jayananda sapeva toccare il cuore di molte persone che di solito corrispondevano facendo qualche servizio per Krsna. Per il tempio otteneva quasi tutto gratis o con un forte sconto. Era amico di negozianti, autorità municipali ubriachi e derelitti. Tutti amavano Jayananda ed egli era felice d’impegnare tutti nel servizio di Dio. Era quello che lavorava più duramente, ma lodava il servizio di tutti gli atri. Era umile, tollerante, compassionevole e rinunciato. Le sue attività, le sue parole, la sua vita e la sua morte. Tutto è stato un esempio del processo della bhakti, servizio devozionale al Signore.
Le istruzioni di Srila Prabhupada – specialmente quelle che incoraggiavano il servizio pratico – divennero la vita stessa di Jayananda. Una volta ad un devoto che gli chiedeva come fare avanzamento nella coscienza di Krsna. Jayananda alzando le spalle rispose: “Veramente non lo so. Sono troppo impegnato a lavorare.”
Jayananda era così immerso nell’eseguire le istruzioni di Prabhupada che raramente aveva il tempo dì incontrarlo. Servendo in separazione, comprese che l’associazione attraverso le istruzioni è più importante dell’associazione fisica. Si dice che si deve agire in modo tale che Krsna voglia vederci; Jayananda con la sua attitudine di servizio fu l’esempio vivente di questo detto. Stila Prabhupada chiedeva sempre di Jayananda e qualcuno doveva andare a cercarlo. Per Jayananda, Sri Krsna e Sri Prabhupada erano le due uniche verità ultime. Tutto il resto, compreso il suo corpo, doveva essere impegnato al loro servizio.


IL LANCIO DEL RATHAYATRA

Un giorno alcuni devoti trovarono una piccola divinità del Signore Jagannatha (Krsna come “il Signore dell’universo”) in un negozio di articoli d’importazione. Srila Prabhupada li rimandò a prendere le altre divinità del set – il signore Balarama e Subhadra Devi – e iniziò la loro adorazione nel tempio. Meditando sulle divinità, Srila Prabhupada espresse il suo intenso desiderio di diffondere la loro misericordia organizzando un Rathayatra, il festival dei carri tenuto ogni anno in loro onore nella sacra città di Puri in India. Jayananda dedicò tutto se stesso ad esaudire questo desiderio di Prabhupada. Iniziando con un autocarro a fondo piatto, mise insieme un “carro” con l’aiuto dei devoti e di chiunque altro. Il 9 luglio 1967, ebbe luogo il primo Rathayatra a San Francisco – il primo in assoluto fuori dell’India – grazie alla fatica, al sudore e al sangue di Jayananda.
Jayananda migliorò il festival anno dopo anno, raccogliendo fondi, ottenendo permessi, facendo pubblicità costruendo carri colossali partendo dal nulla e perfino preparando torte per persone con cui aveva contatti come la polizia municipale e il Servizio Parchi degli Stati Uniti. Viveva con i carri mentre venivano costruiti; spesso lavorando dopo poche ore di sonno o senza dormire quando la data del festival si avvicinava. Finalmente il festival si tenne in Golden Gate Park e anno dopo anno attrasse una folla sempre più numerosa. Grazie agli sforzi di Jagannatha. Ora i festival sono tenuti nelle città di tutto il mondo. Srila Prabhupada espressed spesso la sua gratitudine a Jayananda per i festival. Dopo la morte di Jayananda. Dopo la morte di Jayananda, Srila Prabhupada disse che la sua foto doveva essere posta su uno dei carri di ogni Rathayatra.


UN CORPO MALATO

Durante i preparativi del Rathayatra di New York del 1976, Jayananda scoprì sul suo corpo gonfiori che egli procuravano dolore. Un confratello si preoccupò che potessero essere cancerosi, ma Jayananda gli fece promettere di non dirlo a Srila Prabhupada fino a dopo il festival. La più grande preoccupazione di Jayananda era che il Rathayatra fosse un successo: tutto il resto era secondario.
Il Rathayatra di New York fu veramente un grande successo. Percorrendo la Quinta Strada, i tre carri allietarono migliaia di persone, molte delle quali ne trassero ispirazione per fare domande perfino per impegnarsi a praticare la coscienza Krsna. Srila Prabhupada era estatico. Lo definì un grande successo e ringraziò Jayananda per il suo servizio. I gonfiori sul corpo di Jayananda risultarono essere cancerosi. Gli fu diagnosticata la leucemia, che gradualmente ridusse il suo corpo ad uno scheletro. Accettando la sua morte imminente, Jayananda continuò ad esprimere la sua profonda gratitudine per Srila Prabhupada. I suoi amici erano scossi e rattristati nel vedere il suo corpo devastato dalla malattia, ma Jayananda era ancora troppo impegnato a compiere il servizio devozionale per darle troppa importanza.
E quando accettò le cure mediche usò il suo tempo in ospedale a parlare ai dottori, alle infermiere e ai pazienti della coscienza di Krsna.
Jayananda pensava costantemente a come espandere il Rathayatra nelle altre città, Nei suoi ultimi mesi di vita, aiutò ad organizzare il Rathayatra di Los Angeles, facendo telefonate, raccogliendo denaro e guidando i devoti. Un giorno, mentre passeggiava sulla Venice Beach, dove avrebbe avuto luogo il festival , abbassò gli occhi e – come se vedesse il festival imminente, - disse: Che Rathayatra meraviglioso!”
Il primo maggio del 1977 pochi mesi prima del festival, Jayananda lasciò questo mondo. In una lettera dedicata a Jayananda, dopo la sua scomparsa, Srila Prabhupada lo celebrava per la sua vita gloriosa e per la sua morte ancor più gloriosa, poiché sia in vita che nel momento della morte era rimasto assorto nel servizio a Krsna. Prabhupada ordinò che il giorno della scomparsa di Jayananda fosse celebrato come quelli degli altri santi Vaisnava. Come Srila Bhaktivinoda Thakura disse così eloquentemente:

Ragiona male chi dice che
I Vaisnava muoiono
Mentre stanno ancora vivendo nella
Vibrazione sonora!
I Vaisnava muoiono per vivere, e vivono impegnati a diffondere il santo nome.

Per come penso Jayananda, io immagino questa scena: da qualche parte un Rathayatra dell’ISKCON sta per iniziare. Suoni di conchiglie e grida di “Jaya Jagannatha!” penetrano il cielo. Guardando dal mondo spirituale, Jayananda, si volge verso Srila Prabhupada, che annuisce e dice: “Ti ringrazio molto.”

Bhayahari Dasa, discepolo di Romapada Swami, vive a Fairfax di Romapada Swami, vive a Fairfax in Virginia con sua moglie, Indulekha Devi Dasi e il figlio di sei anni, Dhruv. Lavora come esperto d’informatica e può essere contattato all’indirizzo mail@iskcondc.org.


UN AMICO PER TUTTI

Compilato da Kalakantha Dasa

Una volta un giovane venne a visitare il tempio di San Francisco ed era desideroso di aiutare. Allora il presidente del tempio lo mandò nella zona dove si raccolgono i rifiuti, dove Jayananda stava preparando il trasporto settimanale dell’immondizia. Jayananda disse al giovane: “Qui sono io che mi occupo dell’immondizia. Per anni sono stato a guardare gli uomini di questo servizio che portavano via la spazzatura ed ora Krsna mi sta dando l’opportunità di fare questo per Lui.” Il giovane non solo aiutò a caricare la spazzatura, ma accompagnò anche Jayananda alla discarica. Più avanti egli diventò un devoto di Krsna e si ricordò di aver pensato: Se l’uomo che si occupa dell’immondizia è così felice, puoi immaginare come lo sono le altre persone!
Come si dice che sei Gosvami di Vrndavana, Jayananda era “caro sia ai buoni che ai furfanti”. Era capace di fare amici mentre era fuori a cantare sulle strade ed essi sarebbero venuti più tardi da lui a dirgli: “Ehi, dove sei stato?”
Una volta un devoto a San francisco fu avvicinato da un ubriaco malfermo sulle gambe, l’ubriaco guardò i suoi abiti e chiese: “Ehi, dov’è il mio vecchio amico Jayananda?”
Quando i devoti visitavano la zona che era stata di Jayananda per vedere incensi o per andare al mercato ortofrutticolo incontravano persone che dicevano cose di questo tipo; “Dov’è Johnny Ananda?” oppure: “Quell’uomo – è la persona più simpatica e sincera che abbia mai incontrato.” Un uomo disse: “Non conosco molto della vostra filosofia, ma se Jayananda vi aderisce, deve andare sicuramente bene.”
Una volta Jayananda e un altro devoto stavano sforzandosi per caricare un vecchio frigorifero su un camion. Due ubriachi stavano avanzando sul viale e Jayananda disse: “Voglio dare loro la possibilità di fare un po’ di servizio devozionale:
Il suo entusiasmo per il servizio devozionale di solito era contagioso e anche quella volta non fece eccezione. Subito gli ubriachi si misero al lavoro e il carico fu completato in pochissimo tempo.
Jayananda allora disse loro:
“Ora dite ‘Hare.’”
Gli ubriache: “Hare.”
“Ora dite ‘Krsna.’”
Gli ubriachi: “Krsna.”
“Ora dite ‘Hare Krsna.’”
Gli ubriachi: “Hare Krsna.”
“Jaya! Haribol! Grazie amici. Tutte le glorie a Srila Prabhupada!”




LUOGHI SPIRITUALI

KUMBHA MELA 2001
Vedute, suoni, odori e spirito del raduno religioso più grandioso del mondo.

Mio marito, Krsna Prema Dasa, ed io siamo al nostro secondo pellegrinaggio al Kumbha Mela, essendo già venuti qui nel 1989. La nostra eccitazione cresce mentre raggiungiamo il bordo di un grande accampamento. L’aria è velata di nebbia, polvere e fumo dei fuochi all’aperto. Il governo indiano ha costruito numerosi ponti galleggianti che attraversano l’ampio fiume Gange. Non appena la Tata Sumo su cui viaggiamo supera un ponte che porta alla grande tendopoli, sentiamo di essere arrivati in un posto non toccato dal tempo.
Tutto appare proprio uguale a quando venimmo qui dodici anni fa e probabilmente apparirà ancora uguale tra dodici anni. I pellegrini arrivano a famiglie intere portando grandi fagotti sulla testa. I sadhu con abiti color giallo zafferano portano bastoni e tridenti, Alcuni hanno una montagna di capelli intrecciati ammassati sulla testa. Alcuni, noti come Naga Baba, sono nudi. Gli accampamenti sono dotati di cancelli d’ingresso, che vanno da semplici strutture di bambù ad immense, elaborate entrate che assomigliano a quelle dei palazzi o dei templi. Ogni accampamento ha alcuni altoparlanti che trasmettono una musica assordante, racconti teatrali o discorsi.
Gli altoparlanti del governo, posti su pali ogni dieci metri, cercano di attrarre l’attenzione con notizie, musica. Dibattiti o annunci. Tutto questo continua senza sosta. I suoni e la musica si mischiano e si scontrano, provocando una tale confusione, che mi chiedo come sia possibile comprendere qualcosa di tutto questo.
Finalmente imbocchiamo la Sankaracharya marga, la strada principale dove si trova il campo ISKCON. Il suo cancello bianco esibisce tre archi. “Hare Krsna” è scritto nel punto più alto, ISKCON è scritto in posizione centrale su un loto e le parole scritte in rosso “Fondatore-Acarya A.C. BBhaktivedanta Srial Prabhupada” attraversano i tre archi.
L’accampamento di circa dodicimila metri quadrati è ubicato vicino ad un immenso pilastro di mattoni di un ponte ferroviario che attraversa il Gange e la pianura sabbiosa. Una scritta “Hare Krsna” alta trenta metri che sovrasta l’accampamento può essere vista da qualsiasi punto in tutto il Kumbha Mela.
Saltando già dalla nostra Tata Sumo, entriamo nell’accampamento e subito ci dirigiamo verso la tenda della ricezione, desiderosi di trovare una sistemazione e iniziare un servizio fotografico.
Indosso subito la mia giacca da fotografo riempiendola di pellicole e obiettivi. Mentre Krsna Prema prende la sua video camera,udiamo un forte suono di tamburi e ci dirigiamo verso l’area centrale dell’accampamento. bhakti Svarupa Damodara Swami è venuto da Manipur con la sua troupe di “100 tamburi”. Danzano on grazi mentre fanno risuonare ritmi complessi, Mi faccio strada tra la folla per raggiungere un punto adatto a fotografare i suonatori di tamburo con turbante che volteggiano e saltano in aria percuotendo i loro tamburi di legno.
Mentre lo spettacolo dei tamburi finisce, ci muoviamo lentamente lungo le strade del Kumbha Mela. Il ponte Shastri offre una buona posizione per cui ci dirigiamo là.
Pellegrini e altoparlanti diffondono un fiume continuo di preghiere e di mantra. Alalhabad, era prima conosciuta come Pravag, “luogo per il sacrificio”. Uomini santi vogliono compiere qui sacrifici e penitenze, per portare beneficio all’umanità intera, risvegliando e rinnovando i valori spirituali. Ovunque vedo devoti di ordini diversi.
I vari segni devozionali colorati sulla loro fronte si aggiungono alla varietà dei colori del Kubha Mela.
Quando raggiungiamo Shastri Bridge il sole è basso sull’orizzonte. La vasta tendopoli si estende lontano fin dove giunge la nostra vista. Mentre attraversiamo il ponte, i raggi dorati del sole si riflettono dolcemente sul Gange che si unisce alla Yamuna. Luci brillano nel crepuscolo mentre la nebbia proveniente dai fumi si addensa col fumo dei fuochi all’aperto. Quando finiamo il nostro servizio fotografico è quasi buio. Mentre torniamo all’accampamento giusto in tempo per la cena, i miei occhi lacrimano per il fumo di migliaia di fuochi-

14 gennaio
Il Mangala-arati (adorazione del primo mattino) ha luogo nel centro dell’area davanti al carro trainato da buoi del Padayatra ISKCON e che trasporta le divinità, Il Padayatra, un festival viaggiante che attraversa a piedi i villaggi, iniziò nel 1984 e da allora ha attraversato tutta l’India per quattro volte. Esco a passeggiare nelle strade del Mela. E’ ancora buio e un po’ nebbioso. Migliaia di luci colorate adornano il vasto accampamento. Odori esotici di incensi e spezie penetrano la frizzante aria mattutina. Scatto foto ai cancelli illuminati che trovo percorrendo su e già una delle strade principali.
Migliaia di pellegrini si muovono in mezzo alla nebbia. Le luci brillano accendendosi e spengendosi come in un disegno. Ovunque si vedono sorrisi e occhi curiosi. I mantra si mescolano agli annunci. Oggi è uno dei giorni importanti per immergersi nella confluenza dei tre fiumi sacri. Il Gange, la Yamuna e il sotterraneo Sarasvati. Bagnarsi in questo posto sacro in questo momento sacro e associarsi con persone sante purifica dalle reazioni peccaminose, aprendo il cuore alla comprensione spirituale e liberando dalla ripetizione di nascite e morti. Tornati al nostro accampamento, tutti si preparano per una processione alla confluenza. La nostra processione è formata dai “100 tamburi” di Mnipur un grande stendardo che annuncia che siamo l’ISKCON , piccole divinità del Signore Caitanya e del Signore Nityananda e una piccola effigie di ottone di Srila Prabhupada. Cantiamo e danziamo spontaneamente nelle strade. I suonatori percuotono i tamburi con un forte ritmo che può essere udito a grande distanza, facendosi largo nella strada e attraendo i curiosi Mentre ci avviciniamo ad un ponte galleggiante, ci troviamo pigiati in una folla di pellegrini. Compressi nella calca spingiamo senza riuscire a muoverci.
Liberatami da quell’ammasso di persone mi ritrovo ai margini di una parata di yogi e pellegrini che ritornano dalla loro sacra immersione. A differenza dell’ultima volta, quest’anno i Naga Baba appaiono indifferenti ai fotografi. Felice, scatto delle istantanee, mentre centinaio di Nag Baba nudi, coperti di cenere o vestiti di un perizoma, saltano con straordinaria rapidità giù dal ponte galleggiante facendo ondeggiare spade e tridenti e gridando il nome del Signore Siva.
Quando sento Krsna Prema gridare che i nostro corteo sta muovendosi mi unisco ad esso e subito entriamo nella zona dei bagni. I pellegrini sono ovunque, mentre ci avviciniamo all’acqua, Krsna Prema ed io individuiamo una buona posizione elevata che ci permette di vedere l’ampia confluenza dei fiumi che luccicano nel sole della tarda mattinata. I bagnanti cantano ovunque e suonano con entusiasmo. Nel giro di undici ore, dieci milioni di persone sì immergeranno in quell’acqua. E’ veramente sorprendente che un così gran numero di persone possano raccogliersi pacificamente al solo scopo di progredire verso la perfezione spirituale. In alcune città occidentali molto popolate, ogni venti secondi viene consumato un atto di violenza. In sei settimane di Kumbha Mela nessun crimine viene commesso.
Dopo aver scattato delle foto, ci avviciniamo all’acqua, ma, poiché siamo così carichi di attrezzature, ci limitiamo a spruzzarci un po’ di acqua sulla testa, sapendo che questo semplice atto in qualche modo eleverà e rinvigorirà la nostra anima.
Ritorniamo al nostro accampamento e zoppicando con i piedi coperti di vesciche passo davanti ai dodici diorama che rappresentano concetti filosofici e, i passatempi e le incarnazioni del Signore. Davanti ad ogni diorama vi sono devoti pronti a rispondere alle varie domande.
Tre baracche dove si vendono i libri di Srila Prabhupada sono molto affollate. Uno yogi mezzo nudo con tridente in mano e con i capelli intrecciati ammassati sulla testa guarda poi compra un libro.
Entro in un grande tendone decorato con candelieri. Sul palcoscenico si susseguono da mattina a sera spettacoli teatrali, spettacoli di danza e dibattiti filosofici. Quando i programmi finiscono i pellegrini dormono lì. Alcuni generosi membri dell’ISKCON hanno donato coperte e giacche ai sadhu poveri.

15 gennaio
Dopo colazione camminiamo per tre chilometri per vedere più da vicino la confluenza dei fiumi. Il posto è molto meno affollato di ieri e questo rende più facile percorrere le strade sabbiose del Mela. Casualmente scorgiamo un mercato improvvisato – file di mercanti che siedono a terra, con le mercanzie in mostra davanti a loro o su un carretto. Gli articoli in vendita vanno dalla frutta e verdura ai bracciali alle nappe e alle brocche per l’acqua (per portare a casa l’acqua del Gange per amici e parenti).
Mentre raggiungiamo l’argine che scende al fiume, il Gange e la Yamuna luccicano al sole. Alcuni battelli portano fino al centro della confluenza. Uccelli si alzano e si abbassano in volo, stagliandosi sull’acqua del fiume. Ovunque vi sono pellegrini di tutte le età – alcuni nell’acqua, alcuni si accingono ad entrarvi, alcuni si asciugano, altri offrono preghiere ed alcuni portano contenitori di ottone per la preziosa acqua della confluenza.
Tornando all’accampamento, vediamo il gruppo dell’ISKCON che quotidianamente si esibisce nel canto. Due magnifici buoi del Gujarat tirano il carro di legno scolpito del Padayatra. Alti, con le grandi corna curve sulle teste, hanno un aspetto molto maestoso e non sono disturbati dai canti e dalle danze che li circondano.
Nelle strade del Kumbha-mela risuona il canto Hare Krsna, I devoti sanno che cantare i santi nomi del Signore rappresenta la perfezione dello yoga. Piccole signore anziane e yogi con perizoma si uniscono al canto. Il nettare dell’immortalità scorre liberamente nella forma del santo nome.

16 gennaio
Dopo essermi alzata con raffreddore e gola dolorante trascorro la mattina sdraiata al sole dell’inverno cantando e ascoltando i suoni del Mela.
Più tardi decido di andare a vedere l’abbondante distribuzione di prasadam all’accampamento ISKCON. I cancelli aprono alle undici di mattina. I comuni pellegrini stanno in fila per ore, ma i sadhu hanno una fila preferenziale. Donatori sponsorizzano cinquemila pasti caldi e gustosi al giorno. Trenta devoti di Vrndavana cucinano su fuochi di legna, usando pentole enormi. Io provo reverenza per la loro dedizione.
Certamente Srila Prabhupada è compiaciuto del campo ISKCON. I devoti sembra che facciano tutto bene. Il programma quotidiano di canto, il programma pubblico sotto la tenda, la baracca per le domande e risposte e la distribuzione di prasadam, tutto scorre senza problemi Più di mille cinquecento libri vengono venduti ogni giorno ai diecimila visitatori giornalieri. Uno stato d’animo di collaborazione che riflette lo spirito del Mela, pervade l’accampamento.

Nitya-trptya Devi Dasi, una fotografa e suo marito Krsna Prema Dasa musicista, hanno creato Krsna Vision una presentazione con proiezione di diapositive. Ora fanno largo uso delle tecnologie digitali ed elaborano presentazioni con CD multimediali interattivi.



Srila Prabhupada ad Allahabad

Srila Prabhupada ha vissuto per tredici anni ad Allahabad dove si trasferì con la famiglia nel 1023. Allahabad era un posto adatto per iniziare la sua impresa nel campo farmaceutico, Prayag Pharmacy. Entrò in società con un medico, dottor Gosh, che faceva le diagnosi ai pazienti prescrivendo i farmaci che Prabhupada avrebbe preparato. Motilal Nehru e suo figlio Jawaharlal, (il futuro primo ministro dell’India), erano entrambi clienti della sua farmacia.
Durante questo periodo ad allahabad Prabupada rimase in contatto con Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati che aveva incontrato per la prima volta a Calcutta nel 1922. Il 21 novembre 1922 la Gaudiya Mata di Allahabad celebrò la posa della prima pietra del loro nuovo tempio . Ospite d’onore era il governatore Sir William Haily. Srila Bhaktisiddhanta celebrò un cerimonia d’iniziazione durante la quale Prabhupada ricevette l’iniziazione (harinama e Gayatri).
Precedentemente, dopo aver saputo che Prabhupada aveva chiesto l’iniziazione, Srila Baktisiddhanta aveva commentato: “A lui piac ascoltare. Non va via. L’ho notato. Lo accetto come mio discepolo.”


PRABHUPADA AL KUNBHA-MELA

La letteratura vedica afferma che, a chiunque si bagni nel Triveni-sangam quando c’è il kumbha-mela, è garantita la liberazione dal ciclo delle nascite e delle morti. Questo è il motivo per cui il Mela ha sempre attratto milioni di pellegrini.
Eppure Prabhupada dice: “Non ci interessa la liberazione. Siamo venuti per predicare il servizio devozionale, impegnati nel puro servizio devozionale, siamo già liberati.”
A differenza di tutti gli atri presenti, Prabhupada sottolineava l’importanza di diffondere la conoscenza spirituale come la prima ragione per essere presenti al Mela. L’unica ambizione del devoto è d’illuminare il maggior numero di persone possibile. Andare in pellegrinaggio era di secondaria importanza. Con questo sentimento i devoti parteciparono al Kumbha-mela del 1971 con Prabhupada e con entusiasmo presentarono la coscienza di Krsna a milioni di pellegrini.
Nessuno dei devoti occidentali aveva partecipato prima al Kumbha-mela I numerosi spettacoli bizzarri possono sconcertare e confondere la mente, ma Prabhupada ricordò ai devoti che la vita spirituale non è né esotica né sconcertante, ma semplice e pratica.
“Andare in un luogo santo significa trovare una persona santa e fermarsi ad ascoltarla”, aveva detto Prabhupada. “Un luogo è reso santo dalla presenza di una persona santa.”
In una conversazione registrata nel gennaio del 1977 (poco prima del Kumbha-mela), Prabhupada disse che il vero scopo del Kumbha-mela è trarre vantaggio dalla conoscenza spirituale che vi si può trovare:
IL Kumbha-mela è sat-sanga. Se si va al Kumbha-mela per trovare un uomo dotato di conoscenza, allora è giusto andarci. Se uno pensa che questo salila, l’acqua – fare il bagno nell’acqua – sia il kumbha-mela, allora è un go-kharah (una mucca o un asino). Ma la vera idea è “Ora che molte persone sante si sono riunite, fammi trarre vantaggio dalla loro conoscenza.” Allora costui è intelligente. Le persone devono trarne vantaggio. Puoi recarti dai vari gruppi di persone sante. Differenti gruppi significa brahmeti paramat-meti bhagava iti. Vi sono yogi, jnani e bhakta. Sono della stessa categoria. Vi sono piccole differenza, ma tutti son spiritualisti. Non hanno alcun interesse per questo mondo materiali.

ALCUNI VERI YOGI

Srila Prabhupada diceva che sebbene molti dei sadhu presenti non fossero autentici e non conoscessero realmente lo scopo più elevato della vita umana, molti erano yogi perfetti. Questi yogi, provenienti dalle parti più remote dell’India, ne uscivano per il mela per poi tornare a vivere in solitudine.
“Ho visto personalmente”, Prabhupada diceva, “che fanno il bagno nel Gange e riemergono nei sette fiumi sacri. Si truffano nel Gange e riemergono nel fiume Godavari.
S’immergono e riemergono nel fiume Krsna e così via”. I devoti perciò, dovrebbero rispettare tutti colori che partecipano al Mela.
Prabhupada spiegava anche che non veniamo automaticamente liberati facendo il bagno al Kumbha-mela nei giorni specifici auspiciosi, ma venendo nel sacro tirtha e facendo il bagno nei giorni sacri, si apre la porta della liberazione.
“Se cerchi di entrare in una stanza e la porta è chiusa”. Egli diceva, “significa che è proibito entrare. per te è più difficile entrare nella stanza, ma se trovi la porta aperta, allora è più facile entrarci.”


RINUNCIA DA SCIMMIE

Dopo il Kubha-mela del 1977, il racconto della morte di un Naga Baba fece notizia sul giornali nazionali. Non indossando alcun abito, era morto per il freddo intenso.
Sull’incidente Prabhupada commentò:
“Doveva morire. Sono dei simulatori. Non hanno sadhana (pratica spirituale regolata), né bhajana (adorazione) e sono semplicemente naga (nudi).
I devoti raccontarono a Prabhupada che questi simulatori fumando chillum (marijuana) s’intossicavano talmente che non sentivano il freddo. Un discepolo disse a Prabhupada che conosceva un naga che aveva fumato sigarette per dodici anni senza sosta. Un altro uomo aveva tenuto il braccio alzato in aria per gli ultimi dodici anni. Le sue unghie erano cresciute moltissimo e il suo braccio si era deformato. Un altro rinunciante non si era seduto per diciotto anni. Egli portava con sé una piccola altalena che appendeva ad un albero per appoggiarvisi.
“Questa è markata-vairagya, la rinuncia di una scimmia”, disse Prabhupada, con riferimento a quel tipo di rinuncia, che sebbene difficile a compiersi, non produce alcun avanzamento nella coscienza di Krsna. Anche le scimmie non hanno abiti da indossare e vivono sulle cime degli alberi nelle foreste selvagge, ma i maschi hanno un gran numero di femmine con cui divertirsi.
Alcuni devoti conclusero che i Veda non consigliano dure penitenze, ma Prabhupada li corresse: “No, Hiranyakasipu le fece, ma che cosa ci guadagnò? Diventò un raksasa (demone) e fu ucciso.


SRILA BHAKTIVINODA THAKURA (1838-1924)

Per onorare l’anniversario della scomparsa di Srila Bhaktivinoda Thakura (21 giugno), che coincide con l’uscita di questo numero di Ritorno a Krsna, presentiamo questa sezione speciale sulla sua vita, sui suoi insegnamenti e sulla scoperta delle sue divinità di famiglia, Sri Sri Radha-Madhava.

Sezione Speciale
Di Srila Gour Govinda Swami

Questa è una traduzione di una parte di un discorso pronunciato il 2 settembre 1993, il centocinquantacinquesimo anniversario della nascita di Srila Bhaktivinoda Thakura. Quel giorno si tenne un incontro pubblico al Dinabandhu Sahoo Law College di Kendrapara in Orissa, per glorificare Thakura Bhaktivinoda, di cui fu installato il ritratto come primo laureato in legge dell’Orissa.

namo bhaktivinodaya
sac-cid-ananda-namine
gaura-sakti-svarupaya
rupanuga-varaya te

“M’inchino a Sri Srila Saccidananda Bhaktivinoda Thakura, che è l’incarnazione dell’energia di Sri Gaura-sundara (Caitanya Mahaprabhu) e un grande sadhu nella linea dei seguaci di Sri Rupa Gosvami Prabhupada.”

Sri Saccidananda Bhaktivinoda Thakura nacque col nome di Sri Kedarnath Dutta il 2 settembre 1838. Apparve nel villaggio di Ula, nel distretto di Nadia, nel Bengala occidentale, dove risiedeva lo zio materno. La casa dei suoi antenati però si trova nel villaggio di Choti nel Distretto di Kendrapara in Orissa. Choti è lo sripat, il luogo natale di Srila Bhaktivinoda Thakura, dove egli risedette.
Essendo stato onorato dalla polvere di loto dei piedi di Bhaktivinoda Thakura, questo luogo è molto sacro. La maggior parte delle persone però non lo sa. Grazie alle benedizioni di Bhaktivinoda Thakura ora questo luogo sta diventando noto a tutti. Grazie alla forza di quelle benedizioni, l’erudito ricercatore Dott. Fakir Mohan Da sta lavorando per far conoscere questo luogo al mondo. Senza quelle benedizioni nessuno potrebbe riuscirci. Sripada Fakir Mohan Das può incontrare molte difficoltà, ma superandole con determinazione, riuscirà sicuramente a stabilire la verità.


IL BENESSERE PIU’ ELEVATO

Qual è il benessere più elevato per il mondo? Thakura Bhaktivinoda ha espresso le seguenti considerazioni nel suo giornale mensile Sajjana-tosani: Mostrare gentilezza, daya, per gli esseri viventi può dividersi in tre categorie: Deha-sambandhini-daya significa mostrare gentilezza per il corpo materiale degli esseri viventi attraverso sat-karma azioni buone. Dare da mangiare ad una persona che ha fame, fornire medicine ad un ammalato, dare acqua ad una persona che ha sete e procurare abiti invernali ad un povero che soffre il freddo sono atti di gentilezza per il corpo materiale. Mahan-sambandhi-ni-daya significa mostrare gentilezza per la mente fornendole la conoscenza. Atma-sambandhini-daya significa mostrare gentilezza verso l’anima ed è il miglior daya di tutti. Con questa gentilezza si cerca di salvare una persona dalle sofferenze del mondo dandole la devozione per Sri Krsna.
Alcuni ritengono che gli atti di gentilezza per il corpo siano molto auspiciosi. Altri, che sono persone erudite, danno importanza alle azioni compiute per la mente. I puri devoti del Signore però agiscono per il benessere eterno degli esseri viventi predicando la devozione.
Srila Bhaktivinoda Thakura mostrò la più grande gentilezza e il più grande impegno per il benessere altrui, ma quante persone lo comprendono? Quante persone glorificano le qualità di questi sadhu Vaisnava e dei mahajana (grandi personalità)? Perfino persone erudite non capiscono l’opera dei Vaisnava.
Noi vediamo che coloro che hanno fatto o stanno facendo qualcosa per il benessere dell’anima? Quante persone hanno una conoscenza spirituale? Quante persone realizzano l’anima?
Quante persone possono vedere l’anima? I sadhu-mahajana hanno dedicato l’intera vita al benessere dell’anima. Con le loro benedizioni molte persone hanno ricevuto la visione spirituale. Chi conosce e glorifica questi sadhu e mahajana? In questo mondo materiale nessuno parla delle loro grandi opere e dei loro sforzi.


PENNA VIGOROSA

Srila Thakura Bhaktivinoda lasciò questo mondo il 23 giugno 1914. Dedicò tutta la sua vita a predicare il Vaisnavismo Gaudiya (servizio devozionale nella linea del Signore Caitanya) e lo spiritualismo o bhagavat-dharma (eterno servizio a Dio) Nella Bhagavad-gita è detto; yada yada hi dharmasya glanir bhavati bharata: Ogni volta che nell’universo la religione declina, il Signore Krsna stesso discende con i suoi compagni per ristabilire i principi della religione. Thakura Bhaktivinoda è la personificazione di questo verso. In questa età di scetticismo e di inutile nichilismo, egli usò la sua penna vigorosa per ristabilire il sanatana-dharma, la religione eterna. Ispirandosi agli Acarya Vaisnava Gaudiya (maestri spirituali), scrisse un libro dietro l’altro, rifiutando il modo di vedere dei materialisti basato sul nichilismo e sull’ateismo. Parlando dei Veda eterni, della civiltà e dell’educazione, illuminò molte anime condizionate che avevano dimenticato la loro vera identità spirituale.
Senza impartire la conoscenza delle scritture non c’è modo di portare gli esseri viventi,che sono attratti dall’opposto, verso il para-tattva la Verità Suprema. I guru Gaudiya come Srila Rupa Gosvami, Srila Sanatana Gosvami e Srila Jiva Gosvami operarono come maestri spirituali analizzando lo Srimad-Bhagavatam è l’essenza dell’eterno suono vedico e il frutto maturo dell’albero dei desideri della letteratura vedica.
Thakura Bhaktivinoda riassunse in modo chiaro gli insegnamenti di questi guru Gaudiya in un linguaggio facile e semplice. Perciò dopo i sei Gosvami (discepoli principali del Signore Caitanya), Thakura Bhaktivinoda è conosciuto come il Settimo Gosvami.
Seguendo le orme di Srila Jiva Gosvami, nel 1884 Bhaktivinoda ristabilì la Viswa Vaishnava Sabha (Congregazione Vaishnava Mondiale) e predicò la religione vedica – Upanisad Vedanta Sutra, Srimad-Bhagavatam – come pure la vita e la filosofia del Signore Caitanya. Suo figlio Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Goswami Prabhupada ereditò da lui queste brillanti qualità e predicò questa grande ideologia del Vaisnavismo Gaudiya in tutto il subcontinente indiano, dall’Himalaya agli oceani e all’estero.


IL GRANDE APPELLO

Thakura Bhaktivinoda scrisse più di cento libri, sia opere originali sia commentari in inglese, sanscrito e bengali. Le sue numerose canzoni devozionali, impregnate d’amore divino che nasce dal completo abbandono, rivelano il suo profondo amore per il Signore Sri Krsna. Queste canzoni hanno ispirato tutti i tipi di persone, dalle semplici anime condizionate a devoti molto elevati. I suoi libri di canzoni devozionali, come Saranagati, Gitavali, e Kalyana-Kalpataru, sono cibo per le anime e sono molto preziosi per la società umana. In questa età di piaceri sensuali di breve durata e di falsa rinuncia, questi libri sono il grande appello di Bhaktivinoda per coloro che sono desiderosi di gustare l’amore di Vaikuntha (spirituale). Chi può immaginare la gentilezza che ha mostrato?
Le anime condizionate, essendo vittime dell’illusione e della ripetizione del ciclo di nascite e morti, sono inclini a commettere errori. Il mondo materiale creato dal Signore è il nostro banco di prova. Qui ad ogni passo siamo continuamente messi alla prova da maya. Per superare questa prova si deve ascoltare il messaggio devozionale dei mahajana come Srila Bhaktivinoda Thakura.
Gli insegnamenti di Bhaktivinoda dovrebbero essere diffusi sempre di più.
Se i capi della società odierna desiderassero con autentica sincerità il benessere dell’umanità, dovrebbero coltivare con grande cura questi insegnamenti meditando su di essi.
Per favore praticate questi insegnamenti nella vostra vita e insegnateli al mondo.
Ciò sicuramente sarà di buon auspicio e porterà le illimitate benedizioni di Thaura Bhaktivinoda. Io prego per queste benedizioni in questo modo:

adadana strnam danter
idam yace punah punah
bhaktivinoda-padabja-renuh
syat janma-janmani

Tenendo un filo di paglia tra i denti, prego ripetutamente di poter essere vita dopo vita un granello di polvere ai piedi di loto di Thakura BhaLktivinoda.
Jaya! Sri Srila Sacccidananda Bhaktivinoda Thakura ki jaya!

Sripada Gour Govinda Swami, guru dell’ISKCON nativo dell’Orissa, ha lasciato questo mondo nel 1996.


Srila Prabhupada parla chiaro

“Possiamo nutrire le persone senza limite. Ammesso che il governo ci aiuti!”

Continua il dialogo tra Sua Divina Grazia, Srila Prabhupada e il direttore per la ricerca del Dipartimento Affari Sociali australiano, che ha avuto luogo nel centro ISKCON di Melbourne il 21 Maggio 1975.

DIRETTORE: Allora, Tua Grazia, per restare al tuo esempio, pensi che poiché i pazienti nell’ambulatorio del dottore non conoscono il criterio con cui egli dà le medicine, allora non abbiano opinioni proprie?
SRILA PRABHUPADA: Hanno le loro opinioni, ma per quanto riguarda la scienza medica, esse non hanno valore. Oppure prendi l’esempio di un pazzo. Egli ha le sue opinioni, ma che valore hanno quelle opinioni? Non si prendono in considerazione le opinioni di un pazzo. Egli ha le sue opinioni, ma è un pazzo. Mudha, asino. Mayayapahrta-jnana: la sua conoscenza è stata portata via. Poiché la sua mente è in una condizione di disordine, le sue opinioni non hanno valore.
DIRETTORE: Ma e se i brahmana guidassero il mondo solo nel loro interesse personale?
SRILA PRABHUAPDA: Hmm? Un vero brahmana consiglia i governanti non nel suo proprio interesse, ma per quello di tutti. Questa è onestà.
DIRETTORE: E se si sbagliasse’ Il mondo cambia e da quando le tue scritture sono state compilate, le condizioni sono peggiorate.
SRILA PRABHUPADA: Sì – semplicemente perché le persone non hanno seguito le scritture. Per esempio, in India la cultura – e le caratteristiche dei brahmana – sono andate perdute, gradualmente negli ultimi mille anni, perché per la maggior parte del tempo l’India è stata dominata dagli stranieri. I Maomettani hanno introdotto parte della loro cultura. Poi sono venuti gli Inglesi ed hanno portato parte della loro cultura. Ognuno portava avanti i suoi interessi. Al tempo della dominazione inglese, Lord Macaulay riferì a Londra: “Se permettiamo a questi Indiani di rimanere seguaci della cultura vedica, non potremo mai governarli.” Perciò la politica del governo inglese fu di contrastare tutto ciò che era indiano.
DIRETTORE: Ma non avevi detto prima che gli Inglesi non permettevano di bere alcolici?
SRILA PRABHUPADA: No. Gli Inglesi permettevano di bere. Con molta prudenza, naturalmente, perché non volevano far vedere che stavano intervenendo direttamente nella cultura indiana. Però hanno consentito di bere clandestinamente. Cosicché dopo tutti questi anni, ora che gli Indiani sono stati educati a bere, ora bevono liberamente, ma questo vizio lo devono agli Inglesi. Dopo tutto, in una società corrotta il vizio del bere ci deve essere. E gli Inglesi lo hanno introdotto.
DIRETTORE: Ma nella società indiana bere alcool è proibito.
SRILA PRABHUPADA: Nella società indiana, le persone non usavano nemmeno bere il tè. Quando ero bambino vidi che gli Inglesi introducevano le coltivazioni di tè. Non c’erano piante da tè prima degli Inglesi. Gli Inglesi videro che la manodopera indiana era molto conveniente e volendo trarne profitto cominciarono ad introdurre il tè. Proprio come fecero in Africa – moltissime piantagioni di tè e di caffè. Così essi introdussero il tè e il tè che producevano in India lo esportavano per venderlo in America.
Gli Inglesi si dedicavano agli affari. Quando, però, la produzione del tè fu superiore alla richiesta del mercato americano, chi lo avrebbe consumato? Allora tassando pesantemente i coltivatori di tè, il governo inglese li costrinse ad andare casa per casa a convincere gli Indiani a bere il tè. Il compito dei coltivatori di tè divenne quello di sollecitare le persone a preparare il tè – un tè molto buono e gradito al palato – con questa pubblicità: “Se tu bevi tè non sentirai molto la fame e la malaria se ne andrà.” E così via e così via.
Così gli Indiani cominciarono a bere tè, cominciarono a volere una buona tazza di tè. Io ho visto questo . Ora essi hanno sviluppato questo gusto. Ora può capitare di vedere lo spazzino al mattino presto attendere nel negozio del tè per prenderne una tazza.
Durante la mia infanzia il tè veniva preso solo da chi aveva la tosse. Raramente le persone ricorrevano al tè, che altrimenti era sconosciuto. Bere tè, bere vino, fumare mangiare carne – queste cose erano sconosciute. La prostituzione. C’era la prostituzione, ma non quella che oggi spinge ogni donna a vestirsi e a comportarsi come una prostituta. Ci vogliono regole molte severe. Dovremmo prenderci molta cura di queste cose. Al limite, ci deve essere una categoria di uomini ideali, cosicché le altre persone possano vedere.
Quest’educazione poi dovrebbe continuare, proprio come noi facciamo. Invitiamo le persone a venire a cantare Hare Krsna con noi, a danzare con noi e a prendere prasadam, cibo offerto a Krsna e gradualmente le persone diventano devoti. Quelle stesse persone che avevano il vizio di bere, di prostituirsi, di mangiare la carne – stanno diventando persone sante.
Questo è quello che accade. Voi potete vedere quali erano le precedenti situazioni di queste persone e che cosa essi sono ora.
DIRETTORE: Ma come si può conciliare quello che tu proponi con il fatto che i nostri dottori ci dicono che dobbiamo mangiare la carne per le proteine?
SRILA PRABHUAPDA: Questa è follia. I miei discepoli qui non hanno mangiato carne da molti anni. Pensi che essi abbiano poca salute? Anzi le persone dicono: “Che visi luminosi” A Boston un prete che indossava abiti civili disse; “Swamiji, come fanno i tuoi studenti ad essere cosi luminosi?” E spesso noi siamo indicati dalla stampa per le nostre facce luminose. Recentemente alcune signore furono così colpite dall’aspetto dei miei studenti che chiesero: “Siete Americani?”
DIRETTORE: Ma come reagiresti se qualcuno entrasse in questo posto e cercasse di rubare?
SRILA PRABHUPADA: Se entrasse un ladro, lo puniremmo.
DIRETTORE: Usereste la violenza?
SRILA PRABHUPADA: Perché no? Un ladro deve essere punito.
DIRETTORE: Lo puniresti tu di persona? Che cosa faresti? Inizieresti tu ad attaccarlo?
SRILA PRABHUPADA: No. O da noi o da qualcun altro, un ladro deve essere punito. Un ladro deve essere punito. O da noi o da voi e rappresentate il governo – non importa. Un ladro è un ladro e deve essere punito.
DIRETTORE: E se viene perché ha fame?
SRILA PRABHUPADA: Bene, noi facciamo questa pubblicità: “Tutti possono venire a mangiare.” Perché quest’uomo dovrebbe soffrire la fame? Noi invitiamo tutti; “Venite qui a mangiare – gratis.” Non facciamo pagare. Perché dovrebbe rimanere con la fame? Portiamo avanti questo programma. “Tutti gli uomini di Melbourne che hanno fame, vengano qui. Riceverete un pasto sontuoso.” Noi li invitiamo: “Venite. Perché dovete rimanere con la fame?”
DIRETTORE: E se è un alcolizzato e ha fame?
DISCEPOLO; Alcuni alcolizzati vengono e noi diamo loro un pasto tutte le sere.
DIRETTORE: Davvero?
SRILA PRABHUPADA: Si. E tutte le settimane vengono a trovarci alla festa della domenica ed anche allora diamo loro un pasto.
SRILA PRABHUPADA: La coscienza di Krsna richiede poco tempo per praticarla. A parte ciò essa è aperta a tutti coloro che vogliono redimersi.
DIRETTORE. Ma avete del limiti per poter continuare a nutrire le persone.
SRILA PRABHUPADA: La coscienza di Krsna richiede poco tempo per praticarla. A parte ciò essa è aperta a tutti coloro che vogliono redimersi.
DIRETTORE: Ma avrete dei limiti per poter continuare a nutrire le persone.
SRILA PRABHUPADA: Le possiamo nutrire senza limiti, purché il governo ci aiuti.
DIRETTORE: Potreste organizzare un posto dove le persone povere sposano venire per ricevere un pasto gratis.
SRILA PRABHUAPDA: Oh, si. Oh, si. Tutti – noi apriamo le porte a tutti. “Venite a prendere prasada.”
DIRETTORE: In poche parole il governo potrebbe usarvi per…
SRILA PRABHUPADA: No, noi non possiamo essere usati dal governo. Noi possiamo usare il governo. Il governo non ci può comandare. Questo non aiuterà.
DIRETTORE. Un momento. Un momento. E’ un fatto che noi abbiamo da occuparci di moltissime persone indigenti. E tu pensi che il tuo ordine religioso potrebbe aiutare le persone. Se il governo vi desse dei sussidi per provvedere a questi servizi …
SRILA PRABHUPADA: Questo possiamo farlo.
DIRETTORE: Questo potete farlo. Finché non contraddica i vostri…
SRILA PRABHUPADA: Si. Il nostro principio è questo modo puro di vivere in coscienza di Krsna. Puoi venire a vedere un giorno. Se tu gentilmente vieni la mattina presto e rimani per tutto il giorno, potrei vedere le nostri attività, come agiamo bene. E poi tu puoi occuparti del necessario.



Srimad-Bhagavatam
IL GIOIELLO DELLE SCRITTURE VEDICHE

Come si accetta un Maestro Spirituale

Abbiamo un grande piacere nel pubblicare la versione inedita in lingua italiana dello Srimad-Bhagavatam, undicesimo canto, la parte conclusiva del grande classico della spiritualità compilato cinquemila anni fa da Krsna-dvapayana Vyasa, tradotto dall’originale sanscrito da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, e completato dai suoi discepoli, Lo Srimad-Bhagavatam, l’essenza di tutte le Scritture Vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l’Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e spiega inoltre che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana sulla base di questa conoscenza infallibile. Chi fosse interessato all’intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.


Srimad-Bhagavatam,

Canto 11, Capitolo 3


VERSO 21


tasmad gurum prapadyeta
jijnasuh sreya uttamam
sabde pare ca nisnatam
brahmany upasamasrayam

Tasmat: perciò; gurum: un maestro spirituale; prapadyeta: bisogna prendere rifugio in; jijnasuh: mostrandosi desideroso di sapere: sreyah uttamam: il bene più alto; sabde: nei Veda, nel Supremo; ca: e; nisnatam: perfettamente esperto; brahmani: (in questi due aspetti) della Verità Assoluta; upasama-asrayam: fisso nel distacco dalle cose materiali.

TRADUZIONE
Perciò chiunque desideri seriamente la vera felicità deve cercare un maestro spirituale autentico e prendere rifugio in lui con l’iniziazione. La qualifica di un guru autentico consiste nella matura realizzazione delle conclusioni delle Scritture, e nell’abilità acquisita di convincere gli altri di queste conclusioni. Questi grandi personalità, che hanno preso rifugio nella Persona Suprema, lasciando da parte ogni considerazione materiale, devono essere considerati maestri spirituali autentici.

SPIEGAZIONE
Secondo Srila Sridhara Svami, la parola sabde si riferisce alle Sritture vediche, e pare si riferisce a Dio, la Persona Suprema. Il maestro spirituale autentico dev’essere nisnatama, profondamente esperto nelle Scritture vediche autentiche, e nella comprensione pratica di Dio, la Persona Suprema. Senza conoscere le Scritture e senza aver realizzato praticamente Dio, la Persona Suprema, un cosiddetto guru non potrà dissipare i dubbi dei suoi discepoli, e non sarà quindi in grado di compiere la sua funzione che consiste nel riportare lo studente sincero a Dio, nella nostra dimora originale. Il sintomo di chi ha compreso e realizzato i Veda e Krsna è upasamasrayam. In altre parole, il maestro spirituale autentico dev’essere nisnatama, profondamente esperto nelle Scritture vediche autentiche, e nella comprensione pratica di Dio, la Persona Suprema. Senza conoscere le Scritture e senza aver realizzato praticamente Dio, la Persona Suprema. Un cosiddetto guru non potrà dissipare i dubbi dei suoi discepoli, e non sarà quindi in grado di compiere la sua funzione che consiste nel riportare lo studente sincero a Dio, nella nostra dimora originale. Il sintomo di chi ha compreso e realizzato i Veda e Krsna è upasamasrayam. In altre parole, il maestro spirituale autentico è una persona che si è distaccata dal luccichio illusorio della società, dell’amicizia e dell’amore materiali.
In questo mondo si è certamente attratti dall’idea di diventare grandi intellettuali, potenti uomini politici, padri amorevoli di molti bei bambini affettuosi, persone onorate dedite alla beneficenza, o ammiratissimi uomini d’affare. Nessuna di queste posizioni materiali tuttavia ha una base permanente, né permette di acquisire una felicità permanente, perché tali posizioni si basano sull’errore primario che consiste nell’identificarsi col corpo materiale.
Qualsiasi persona può sperimentare facilmente di non essere il corpo, bensì la coscienza. Anche se perdiamo una parte del nostro corpo, non cessiamo di esistere come essere cosciente. In ultima analisi il corpo intero va perso al momento della morte, e l’essere vivente acquisisce un nuovo corpo. La comprensione preliminare della nostra identità come esseri coscienti si chiama realizzazione spirituale, o realizzazione del sé, ma al di là di questa conoscenza preliminare c’è il complesso argomento che riguarda l’animale la sua esistenza all’interno del ciclo di 8.400.000 specie di vita materiale. E se l’essere vivente non è il corpo materiale, bensì la coscienza, in definitiva ciò significa che egli deve appartenere a una condizione originale più elevata.
Quando c’è punizione ci deve essere anche una ricompensa: un uomo potente che può punire può anche ricompensare. L’esistenza di una punizione per l’essere vivente, che è costretto a prendere un corpo materiale soggetto a nascita, vecchiaia, malattia e morte e pieno di sofferenze implica naturalmente , per logica, l’esistenza di qualche ricompensa. Sebbene noi pensiamo scioccamente che la gratificazione materiale dei sensi sia la ricompensa suprema della vita, in realtà la felicità materiale non è che un'altra forma di punizione, dal momento che gli esseri continuano a ruotare nel ciclo di nascite e morti. Nei Paesi occidentali i detenuti violenti sono relegati in cella di isolamento, mentre quelli che si comportano bene ottengono talvolta come ricompensa di lavorare in giardino o in biblioteca. Ma in ultima analisi, qualsiasi posizione all’interno della prigione è una punizione. In modo analogo, l’esistenza di categorie superiori e inferiori di gratificazione materiale dei sensi non costituisce la ricompensa suprema dell’essere vivente, anzi deve rappresentare l’antitesi naturale alla punizione dell’esistenza materiale. La vera ricompensa è una vita eterna di gioia e conoscenza nel regno di Dio, dove non esistono punizioni. Il regno di Dio è Vaikuntha, piacere incondizionato. Nel mondo spirituale non esistono punizioni; è un luogo dove il piacere è in continuo aumento accrescimento.
Il maestro spirituale autentico è una persona esperta in tutti questi argomenti; essi non sono frutto della sua immaginazione o di speculazione personale, ma sono dovute a una comprensione matura delle Scritture vediche autentiche, e queste sono la manifestazione letteraria della misericordia incondizionata di Dio. Il Signore insegna nella Bhagavad-gita (9.3):

asraddadhanah purusa
dharmasyasya parantapa
aprapya mam nivartante
mrtyu-samsara-vartmani

“Coloro che non sono fedeli sulla via del servizio devozionale non possono raggiungerMi, o vincitore dei nemici, ma ritornano a nascere e a morire in questo mondo materiale.” Per questo il maestri spirituale deve risvegliare il suo discepolo all’esistenza eterna del servizio devozionale. Possiamo fare l’esempio di una madre che l mattino di buon’ora entra nella stanza del suo bambino per svegliarlo affinché possa andare a scuola. Il bambino non si vuole alzare, ma la madre affettuosa lo costringe ad alzarsi e lo manda a scuola per imparare. Similmente, il maestro spirituale autentico sveglia l’anima addormentata e la manda alla gurukula, o nell’asrama del maestro spirituale, dove può essere educata nella perfetta conoscenza.
Se il discepolo ha dubbi sul valore della coscienza di Krsna, il maestro spirituale autentico deve dissiparli con una conoscenza superiore. Chi ha dubbi sull’autorità di Krsna o sulla conoscenza superiore. Chi ha dubbi sull’autorità di Krsna o sulla conoscenza vedica non potrà diventare un maestro spirituale autentico. D’altra parte, kiba vipra, kiba nyasi, sudra kene naya / yei krsna-tattva-vetta, sei ‘guru’ haya: qualsiasi essere umano, da qualsiasi posizione sociale o economica provenga. Può diventare un maestro spirituale autentico, se conosce la scienza di Krsna. Sri Caitanya Mahaprabhu disse:

yare dekha, tare kaha ‘krsna’ – upadesia
amara ajnaya guru hana tara ei desa

“Istruisci ogni persona a seguire gli ordini che Sri Krsna ha lasciato nella Bhagavad-gita e nello Srimad-Bhagavatam. Diventa così un maestro spirituale e cerca di liberare tutti coloro che vivono su questa Terra.”
(C.c. Madhya-lila 7.128) Soltanto per ordine e per l’autorità del Signore Supremo è possibile diventare maestri spirituali, e non per la propria cosiddetta erudizione.
Il guru autentico ha il dovere di collegare il discepolo a Krsna. Uno studioso, una persona che pratica la meditazione, non ha il potere di collegare un altro essere vivente con Krsna, se non è egli stesso collegato con Krsna. Molti tifosi sportivi vanno alle gare ginniche e applaudono i ginnasti che eseguono con eleganza difficili servizi a corpo libero, ma Dio, la Persona Suprema, non è un appassionato di ginnastica, e non applaude con entusiasmo le evoluzioni artistiche compiute da persone sciocche in nome dello yoga. Né il Signore può essere impressionato da qualche mediocre tentativo di speculazione filosofica, dato che Dio, la Persona Suprema, ha già dato la Sua opinione nella Bhagavad-gita (srnu me paramam vacah). La parola di Krsna è paramam vacah, l’ultima parola in fatto di conoscenza. Krsna dice inoltre, yai jnatva neha bhuyo ‘nyaj jnatavyam avasisyate: “Quando tu acquisirai questa conoscenza, non rimarrà più nulla da conoscere.” Krsna ha definito questa conoscenza anche raja-vidya, che significa il re di ogni sapere.
Per chi non diventa un amante di Krsna, la relazione con Krsna continua in modo indiretto grazie alla potenza illusoria del Signore. L’idea di poter attrarre il Signore Supremo con qualche esercizio ginnico o con sciocche speculazioni sulla Verità Assoluta è certamente un prodotto di maya. Chi è collegato con Krsna mediante la Sua potenza esterna e illusoria può essere soltanto un maestro materiale che collega i suoi cosiddetti discepoli a quella stessa energia illusoria. D’altra parte nella Bhagavad-gita (9.13) è affermato:

mahatmanas tu mam partha
daivim prakrtim asritah
bhajanty ananya-manaso
jnatva bhutadim avyam

Coloro che non sono illusi, le grandi anime, si sono arresi alla Potenza interna del Signore e possono quindi collegare altri alla Potenza interna, la fonte del piacere. Il mahatma è così descritto nella Bhagavad-gita: vasudevah sarvam iti sa mahatma sudurlabhah. “Egli sa che Io sono la causa di tutte le cause e tutto ciò che esiste. Un’anima così grande è molto rara.” E’ a lui che bisogna sottomettersi, a questo maestro spirituale che ha raggiunto la matura comprensione del fatto che Vasudeva è tutto ciò che esiste. Secondo Sri Narada Muni, yo vidvan sa gurur harih: una grande anima come questa deve essere considerata la manifestazione esterna di Krsna stesso. Krsna afferma anche:

acarpa mam vijaniyan
navamanyeta karhicit
na martya-buddhyasayeta
sarva-devamayo guruh

“Bisogna sapere che l’acarya è il Mio stesso Sé, e non bisogna mai mancargli di rispetto in alcun modo. Non bisogna nemmeno essergli ostili pensando che sia un uomo comune, perché egli è il rappresentante di tutti gli esseri celesti.” (S.B 11.17.27)
Secondo Srila Visvanatha Cakravarti Thakura, se un maestro spirituale non riesce a distruggere i dubbi del discepolo con una conoscenza superiore, il discepolo gradualmente resterà deluso dalla vita spirituale. Poiché un guru falso in realtà non può dare Krsna al discepolo secondo il principio di rasa-varjam raso ‘py asya, il discepolo tornerà ad essere attratto dalla felicità materiale, non avendo ottenuto la gioia della compagnia di Krsna. Questo debole discepolo di un debole maestro spirituale perderà gradualmente la speranza e il coraggio nei suoi sforzi per la realizzazione spirituale, e cadrà nuovamente sotto il fascino dell’illusione nella forma di donne, di denaro e di una presunta intellettualità basata sulla speculazione e sull’immaginazione.
L’Upadesamrta descrive altre caratteristiche del maestro spirituale autentico:

vaco vegam manata krodha-vegam
jihva-vegam udaropastha-vegam
etan vegan yo visaheta dhirah
sarvam apimam prthivim sa sisyat

“Una persona sobria che è in grado di tollerare l’impulso a parlare, le richieste della mente, l’azione della collera e gli stimoli della lingua, del ventre e dei genitali, è qualificata per fare discepoli in tutto il mondo.” Srila Visvanatha Cakravarti Thakura ha affermato, upasamasrayam krodha-lobhady-avasi-bhutam: un maestro spirituale autentico non può lasciarsi controllare dalla collera ordinaria, dall’avidità e dalla lussuria.
Secondo Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, chi ha compreso l’inutilità dell’esistenza materiale può avvicinare un maestro spirituale autentico. Nei due versi precedenti è stata descritta la futilità della gratificazione dei sensi sulla Terra e sui pianeti celesti, e ora la conclusione naturale è la necessità, per chi ha compreso tutto ciò, di avvicinare un maestro spirituale autentico. Il maestro spirituale autentico diffonde la vibrazione sonora che viene dai pianeti spirituali chiamati Vaikuntha. Gli abitanti dei pianeti spirituali, guidati da Dio, la Persona Suprema, sono certamente liberi da difetti di udito o di espressione: sono in costante comunicazione con l’illimitata conoscenza e felicità trascendentale, e il maestro spirituale autentico può trasmettere questa vibrazione sonora di gioia e di conoscenza al suo discepolo. Proprio come una radio trasmette notizie terrene, il guru autentico trasmette le notizie da Vaikuntha, come conferma Narottama dasa Thakura: golokera prema-dhana, hari-nama-sankirtana. Il maestro spirituale trasmette al discepolo anche il santo nome di Krsna, che non è differente da Krsna stesso. Il guru autentico informa il suo discepolo che in ogni essere vivente è uguale, per qualità ma non per quantità, al Signore Supremo, e impegna così il discepolo nel servizio d’amore al Signore. Poiché l’essere vivente equivale per qualità al Signore ed è un Suo frammento, tra loro esiste una eterna relazione d’amore. E poiché l’essere vivente è per quantità differente dal Signore, questa relazione è per l’eternità una relazione di servizio. Secondo Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, anche se abbiamo avuto la fortuna di accettare un guru autentico e molto qualificato, se manteniamo il gusto delle attività interessate o della speculazione mentale, troveremo ostacoli nel nostro progresso. Se invece lo studente serio si sottomette al maestro spirituale autentico, non si manifesterà assolutamente alcun impedimento alla trasmissione della perfetta conoscenza e della gioia nel servizio devozionale offerto al Signore.


VERSO 22


tatra bhagavatan dharman
siksed gurv-atma-daivatah
amayayanuvrttya yais
tusyed atmatma-do harih

tatra: là (in compagnia del maestro spirituale); bhagavatan dharman: la scienza del servizio di devozione; sikset: dovrebbe imparare; guru-atma-daivatah: colui che considera il maestro spirituale come la propria vita stessa e la propria divinità adorat; amayaya: senza inganno; anuvrttya: con un servizio fedele; yaih: con questa (scienza devozionale); tusyet: può essere soddisfatto; atma: l’Anima Suprema; atma-dah: che concede Se stesso; harih: Sri Hari.

TRADUZIONE

Considerando il maestro spirituale autentico la propria vita stessa, e la propria divinità adorata, il discepolo dovrebbe apprendere da lui il metodo del puro servizio devozionale. Poiché Dio, la Persona Suprema, Hari, l’anima di tutte le anime, desidera dare Se stesso ai Suoi puri devoti, il discepolo dovrebbe imparare dal maestro spirituale a servire il Signore senza ipocrisia e in modo così favorevole e fedele che il Signore Supremo, soddisfatto, offrirà Se stesso al fedele discepolo.

SPIEGAZIONE

Secondo Srila Sridhara Svami, la tendenza del Signore a dare Se stesso al Suo puro devoto è stata dimostrata nel caso di Bali Maharaja che sacrificò il suo regno universale per il piacere del Signore, Vamanadeva. Sri Vamana fu così soddisfatto per la sottomissione incondizionata di Bali Maharaja che diventò il portiere nel palazzo di Bali, il quale ottenne nuovamente la posizione prestigiosa di sovrano dell’universo.
Srila Jiva Gosvami spiega che il maestro spirituale deve essere considerato l’atma, la vita stessa del discepolo, perché la vera vita comincia quando si viene iniziati da un maestro spirituale autentico. Benché in sogno si possano sperimentare molti avvenimenti che sembrano importanti o meravigliosi, la nostra vera vita inizia quando ci svegliamo. Similmente, dal momento che il maestro spirituale dà nascita al discepolo risvegliandolo alla vita spirituale, un discepolo autentico comprende che il suo maestro spirituale è la base stessa della sua vita.
Secondo Srila Jiva Gosvami, poiché Dio, la Persona Suprema, è la fonte di ogni piacere, il fatto che il Signore dia Se stesso al puro devoto indica che questo devoto viene sommerso da un’estasi sublime al massimo grado. A questo proposito citiamo il seguente sruti-mantra: anandad dhimani bhutani jayante. “In verità è per opera del Supremo, la fonte di ogni felicità, che tutte queste creature sono venute ad esistere.” Srila Visvanatha Cakravarti Thakura ha rilevato inoltre che se il Signore concede Se stesso al puro devoto, questo devoto fortunato può vedere personalmente il Signore, toccarLo e impegnarsi direttamente al Suo servizio.
Secondo Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, non bisogna mai considerare il proprio maestro spirituale una persona comune situata allo stesso nostro livello. Si dovrebbe vedere il maestro spirituale sempre situato nel rifugio dei piedi di loto del Signore Supremo. Non si deve mai cercare di impegnare il maestro spirituale al nostro servizio personale, nell’intento di dominarlo e di ottenere attraverso di lui un beneficio materiale. Un devoto che sta facendo veri progressi diventerà sempre più desideroso di servire il maestro spirituale, e sperimenterà così il piacere di Dio, la Persona Suprema.
Srila Rupa Gosvami ha delineato quattro requisiti preliminari che permettono al discepolo sincero di progredire:

guru-padasrayas tasmat
krsna-diksadi-siksanam
visrambhena guroh seva
sadhu-vartmanuvartanam

“1) Accettare il rifugio dei piedi di loto di un maestro spirituale autentico, 2) ricevere l’iniziazione dal maestro spirituale e imparare da lui il modo di offrire il servizio-devozionale, 3) obbedire agli ordini del maestro spirituale con fede e devozione, 4) seguire le orme dei grandi acarya (maestri) sotto la guida del maestro spirituale.” (Bhakti-rasamrta-sindhu 1.2.74) Chi ha compiuto questi doveri preliminari si qualifica per gustare lo Srimad-Bhagavatam.
Quando si ascolta veramente la vibrazione sonora dello Srimad-Bhagavata così com’è, ci si libera dal desiderio di gratificazione de sensi e di speculazione mentale rimanendo felici e soddisfatti al servizio di Sri Krsna.

Yasyam vai sruyamanayam
Krsna parama-puruse
Bhaktir utpadyate pumsah
Soka-moha-bhayapaha

“E’ sufficiente ascoltare lo Srimad-Bhagavatam, perché il sentimento verso il servizio di amore e devozione a Sri Krsna, Dio, la Persona Suprema, germogli immediatamente e spenga il fuoco del lamento, dell’illusione e della paura.” (S.B. 1.7.7) Bisogna ascoltare lo Srimad-Bhagavatam da un maestro spirituale autentico che possa impegnare abilmente la nostra tendenza ad amare Krsna che è stata risvegliata dal suono trascendentale del Bhagavatam.
Questo autentico impegno trascendentale è chiamato bhagavata-dharma. Nell’ambito dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna esiste una vasta gamma di attività autorizzate che sono destinate al servizio della nostra opera missionaria. Ascoltando lo Srimad-Bhagavatam, dedicandosi a questi impegni, i membri dell’Associazione si liberano da soka (il lamento), da moha (l’illusione) e da bhaya (la paura).
Secondo Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, coloro che hanno raggiunto una comprensione matura della vibrazione sonora trascendentale dello Srimad-Bhagavatam possono adottare l’ordine del tridandi-sannyasa, com’è spiegato nella Hamsa-gita, il tredicesimo capitolo di questo Canto. Un cosiddetto Vaisnava che trascuri con disinvoltura il controllo attento del corpo, della mente e della parola non può in realtà ottenere il rifugio dei piedi di loto di un maestro spirituale autentico. Anche se questo individuo capriccioso, dedito alla gratificazione dei sensi, facesse mostra di accettare l’abito e il danda del sannyasa Vaisnava, non raggiungerà il risultato che desidera , l’amore per Krsna. Un Vaisnava autentico dovrebbe operare onestamente per liberarsi da qualsiasi traccia di gratificazione dei sensi e di speculazione mentale, e col cuore pieno di affetto dovrebbe eseguire gli ordini del suo maestro spirituale autentico, il discepolo otterrà il rifugio dei piedi di loto di Krsna.



APPREZZAMENTO PER LA RICERCA SUL MAHA-MANTRA

Uno studio accademico sugli effetti del canto entusiasma gli studiosi
di Dhira Govinda Dasa

Fui invitato dalla Società di Ricerca Affari Sociali per fare una presentazione alla loro conferma annuale, tenuta quest’anno ad Atlanta dal 20 al 22 gennaio. I lettori di Back to Godhead si ricorderanno gli articoli della mia ricerca accademica sugli effetti del canto del maha-mantra Hare Krsna.
La ricerca dimostrava che il canto può elevare una persona nelle influenze della natura, riducendo lo stress e la depressione. Alla conferenza ad Atlanta, feci una presentazione con il Dottor Neil Abell, il relatore della mia tesi. Misi in rapporto la ricerca sul maha-mantra con un argomento importante per i partecipanti alla conferenza: ricerca sul risultato di un intervento condotto in un programma accademico. (“Ricerca sul risultato di un intervento” in gergo accademico significa ricercare se una tecnica per aiutare qualcuno ha funzionato realmente.) Alla nostra introduzione erano presenti circa quaranta professori, inclusi alcuni dei nomi più noti nella ricerca in campo sociale e scientifico.
Dopo aver assistito a due presentazioni prima della nostra ed avere osservato le reazioni del pubblico, io non mi aspettavo che la risposta alla presentazione del maha-mantra fosse particolarmente entusiasta – forse nel migliore dei casi una superficiale dimostrazione d’interesse. Durante la presentazione recitai il maha-mantra e descrissi la portata dei suoi effetti in accordo alla teoria vedaica. Ciò comprendeva una spiegazione della ricerca che io avevo fatto sui tre guna, che è stata riportata nella rivista Back to Godhead come anche nel Psycological Reports (giugno 1999) e in The Journal of Indian Psychology (gennaio 1998). Descrivevo brevemente anche l’ontologia e l’epistemologia vedica, per quanto si riferisce al canto di mantra. Lasciammo circa tre minuti per le domande e la discussione. Il pubblico ci prese mezz’ora in più, cosa rara per questo genere di conferenze.
I professori erano completamente entusiasmati dall’argomento e si complimentarono con noi per il nostro coraggio per aver svolto una ricerca su un soggetto spirituale così esoterico. Sembravano colpiti dal fatto che qualcuno stesse facendo ricerca su qualcosa di autenticamente interessante – un progetto di ricerca non motivato dal desiderio di guadagno di fare carriera nella facoltà. Alcuni professori chiesero copie dei giornali e degli articoli che avevo scritto come “La teoria sociale vedica” e “Un’analisi psicometrica dei tre guna” Dopo la presentazione un professore mi disse che aveva praticato siddha-yoga per dieci anni. Il maha-mantra Hare Krsna era uno dei mantra che cantava ed era sempre stato il suo preferito.
Il dottor Abell rimase impressionato da come il mio studio avesse seguito un collaudato modello accademico per realizzare ricerche sul risultato di interventi in un programma di studio. Questa conformità è il soggetto di un articolo che viene preso in considerazione per la pubblicazione sul più importante giornale nel campo dell’educazione sociale. Un manoscritto sul saggio pilota dedicato al maha-mantra Hare Krsna è già stato accettato da un giornale erudito, ed un manoscritto sul modello di gruppo, è stato accolto da una preminente pubblicazione di ricerca. (La prova pilota riguardava solo un gruppo e ciascun componente cantava Hare Krsna.
Il “Modello di gruppo” si riferisce alla prova che comprendeva tre gruppi – un gruppo maha-mantra, un gruppo con un mantra alternativo ed un gruppo di controllo.) In più, il risultato dell’esperimento è adatto ad una procedura statistica sviluppata recentemente ed insieme al Dott. Abell scriverò un articolo su questo aspetto dell’analisi del maha-mantra. Il principale conoscitore di questa procedura statistica, con cui abbiamo parlato durante la conferenza si unità a noi come terzo autore.
Alla fine di una conversazione serale svoltasi durante la conferenza. Il Dott. Abell mi chiese una corona da japa, che gli procurai con piacere durante una mia recente visita in India.



CALENDARIO VAISNAVA
Festività, Ricorrenze, Celebrazioni

Anno 2001 – Gaurabda 515

MESE DI TRIVIKRAMA
Dall’8 Maggio al 5 Giugno

1 Giugno. Venerdì: Scomparsa di Sri Baladeva Vidyabhusana. Ganga Puja. Apparizione di Srimati Gangamata Gosvamini.
2 Giugno. Sabato: Pandava Nirjala Ekadasi, digiuno completo, anche di acqua se non sono stati rispettati i precedenti Ekadasi.
3 Giugno. Domenica: Trayodasi, si interrompe il digiuno dalle 05:35 alle 10:40.
5 Giugno. Martedì: Scomparsa di Sri Mukunda Datta. Scomparsa di Sri Sridhara Pandita.

MESE DI VAMANA
Dal 6 Giugno al 5 Luglio

6 Giugno. Mercoledì: Scomparsa di Sri Syamananda Prabhu.
11 Giugno. Lunedì: Apparizione di Sri Vakresvara Pandita.
16 Giugno. Sabato: Scomparsa di Sri Srivasa Pandita.
17 Giugno. Domenica: Ekadasi, digiuno di legumi e cereali.
18 Giugno. Lunedì: Dvadasi, si interrompe il digiuno dalle 05:32 alle 10:42.
21 Giugno. Giovedì: Scomparsa di Sri Gadadhara Pandita. Scomparsa di Srial Bhaktivinoda Thakura, digiuno fino a mezzogiorno.
23 Giugno. Sabato: Scomparsa di Sri Svarupa Damodara Gosvami. Scomparsa di Sri Sivananda Sena.
26 Giugno. Martedì. Scomparsa di Sri Vakresvara Pandita.
1 Luglio. Domenica: Ikadasi, digiuno di elgumi e cereali.
2 Luglio. Lunedì: Dvadasi, si interrompe il digliuno dalle 05:37 alle 10:45.
5 Luglio. Giovedì: Scomparsa di Srila Sanatana Gosvami.
Inizia il primo mesi di Caturmasya, digiuno di sak e vegetali a foglie verdi.

SRIDHARA MASA
Dal 6 Luglio al 4 Agosto

10 Luglio. Martedì: Scomparsa di Srila Gopala Bhatta Gosvami.
14 Luglio. Sabato: Scompars di Srila Lokanatha Gosvami.
15 Luglio. Domenica: Fondazione dell’ISKCON a New York.
17 Luglio. Martedì: Ekadasi, digiuno di legumi e cereali.
18 Luglio. Mercoledì: Dvadasi, si interrompe il digiuno dalle 05:49 alle 06:32.
24 Luglio. Martedì: Scomparsa di Sri Raghunananda Thakura. Scomparsa di Sri Vamsidasa Babaji.
30 Luglio. Lunedì: Inizia il Jhulana Yatra.
31 Luglio. Martedì: Dvadasi, digiuno di legumi e cereali. Scomparsa di Srila Rupa Gosvami. Scomparsa di Sri Gauridasa Pandita.
1 Agosto. Mercoledì: Trayodasi, si interrompe il digiuno dalle 06:49 alle 07:32.